Come una ragazza

28 Aprile 2015 - di Alessia Dulbecco

Questa mattina, girando su facebook, ho trovato una bella foto tratta dal mitico film palombella rossa di Nanni Moretti. Riporta la famosa frase: le parole sono importanti!! 

Pensando alle parole e alla loro importanza mi è tornato alla mente un bel video che mi ha mostrato una cara amica, Elena. Il video è questo qui:

https://www.youtube.com/watch?v=XjJQBjWYDTs

Sponsorizza un noto marchio di assorbenti. Per parlare di questo argomento la regista del documentario, Lauren Greenfield, si concentra su un concetto importante, quello di self-confidence, cioè di autostima. Secondo Greenfield gli stereotipi minano la sensazione di fiducia nelle proprie capacità e l’autostima, soprattutto nei confronti delle donne. Gli stereotipi sessisti, quindi sono causa di una sorta di disempowerment: minano poco alla volta, fino ad annullare, le risorse e le potenzialità del femminile.

Tutto ciò è ben visibile attraverso l’uso di certe espressioni. Quella che Greefnfield prende ad esempio è like a girl. La regista chiede ad un gruppo di ragazze teenager e ad un gruppetto di bambini di fare alcune cose (correre, lanciare un oggetto, combattere) come le ragazze. Sia le giovani donne che i bambini compiono azioni fortemente stereotipate: una ragazza corre piano, o in modo disarmonico, se lancia un oggetto è probabile che le cadrà sui piedi dato che non ha forza, se combatte con grande facilità sbaglierà bersaglio o starà attenta a non rovinarsi la manicure.

Subito dopo Greenfield ripropone le stesse azioni ad un gruppetto di bambine: alla sua richiesta – di correre, di combattere, di lanciare un oggetto immaginario – le bambine risponderanno facendo leva su ciò che riescono a fare meglio: correre veloce, lancioare oggetti con tutta la forza di cui dispongono, combattere con energia ed impegno.

– cosa significa per te l’espressione “correre come una ragazza”?

-significa correre più in fretta che posso.

Intervistando le bambine, si capisce che per loro quest’espressione non è affatto un insulto. Intervistando un bambino di 10 anni circa, invece, si comprende come questa frase venga usata come un insulto: “non intendo insultare mia sorella, ma è un insulto per le altre ragazze”, risponde il bambino alla domanda della regista.

Da quando, si chiede, fare qualcosa come una ragazza è diventato un insulto?

Dopo aver mostrato cosa le bambine intendono con l’espressione like a girl anche le  ragazze cambiano opinione: “mi vesto come una ragazza, nuoto come una ragazza, corro come una ragazza, mi sveglio la mattina come una ragazza…perché sono una ragazza, e in tutto questo non deve esserci nulla di male.”

Nonostante sia una pubblicità, ho trovato questo spot molto interessante. Mette in luce la pervasività degli stereotipi e il loro impatto sull’attivazione delle risorse e delle capacità di ciascun*, in particolare delle ragazze. Sconfiggerli non è impossibile: per farlo, però, è essenziale tornare indietro, ripartire dall’uso di certe parole prima che queste fossero impiegate per insultare o umiliare l’altr*. Le parole sono importanti perché spesso è attraverso di loro che si definisce il destino di una categoria e il valore delle persone.

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