11 Giugno 2015 - di Alessia Dulbecco
Ok, sappiamo che il servizio pubblico non brilla per l’offerta televisiva: programmi spesso scadenti, conduttori populisti (uno per tutti: il sempreverde Flavio Insinna…) ma oggi, davvero, ho scovato una perla. Una perla di cattivo giornalismo mista a quel becero sessismo che non guasta mai e che la nostra televisione non è ancora riuscita a sconfiggere.
Si tratta di un servizio del tg regionale, nello specifico del Trentino Alto Adige. L’argomento: il titolo di “vacca più bella del Trentino”, vinto dalla bovina Jolly.
Vi consiglio di guardarlo, per assaporarne i contenuti… Qui, il link:
https://www.facebook.com/TgrRaiTrentino/videos/647629395381783/?pnref=story
La voce fuori campo esordisce con queste parole
alta, bruna alpina, generosa ed abbondante nelle forme
mentre la telecamera, con un movimento dal basso verso l’alto (utilizzato dal linguaggio televisivo quando si vuole oggettivizzare il corpo della donna, come spiega bene Lorella Zanardo in molti articoli del suo blog) si sofferma sulle sì forme, ma quelle della giovane Erika, la contadina che nell’azienda paterna si prende cura di Jolly. L’inquadratura e la voce fuori campo fanno quasi pensare che la descrizione sia per la bella umana e non per la grande mucca che l’accompagna (i commenti, un po’ ironici, un po’ volgari, a corollario del video dimostrano che una grande varietà di utenti di Fb ha inteso la descrizione proprio in questo senso).
“Il titolo di “vacca più bella del trentino” se lo è guadagnato per doti innate” – racconta il giornalista – ma anche per le cure e le attenzioni che la giovane le ha dedicato tanto che
“Erika Brunel, 22 anni, insieme a Jolly, è riuscita a battere la concorrenza di più di 100 vacche da tutta la provincia
Quindi, chi era in gara…Erika o la mucca Jolly??!
Se la prima parte del filmato è dedicata a inquadrature e equivocabili e affermazioni dubbie, la seconda parte degenera in un bel cliché sessista.
Forse l’abito è indossato per l’occasione ma anche in stalla eleganza e sensualità non guastano
Devo ammettere che ho ascoltato questo passaggio più volte: temevo che fossero le mie orecchie a giocarmi brutti scherzi. “sensualità” e “eleganza” non guastano…in una stalla?? Allora da domani voglio vedere tutti i contadini delle campagne italiane spalare la merda e portare il fieno vestiti con abiti di gran classe e accessori di gusto. Basta con quell’orribile cappellaccio in paglia e il fazzoletto al collo, che fa tanto epoca garibaldina! ….chissà perché, sono quasi sicura che il giornalista non si riferisse a loro ma esclusivamente alle giovani che, un po’ controcorrente, decidono di intraprendere un mestiere faticoso – un po’ anacronistico se vogliamo – ma sicuramente a preponderanza maschile.
All’apparenza può sembrare un servizio mal riuscito, pieno di doppi sensi e “supercazzole” un po’ buffe, un po’ ironiche. E forse lo sarebbe, se dietro non ci fosse la tv pubblica. Confrontiamoci con altre emittenti di altri stati: un filmato come questo sarebbe ammissibile?
Perciò, mi chiedo: chi sono i giornalisti? persone pagate per cavalcare il sentire comune, per intralciare il lavoro di tant* professionist* che ogni giorno provano a far cambiare questo paese, portandolo ai “livelli evolutivi” degli altri? Persone che non si pongono problemi rispetto a come le persone comuni “leggeranno” i loro articoli, totalmente privi di una dimensione metacomunicativa.
Se l’intero palinsesto televisivo – di reti pubbliche e private, pubblicità compresa – dimostra che non c’è fine al peggio, i giornalisti sono la perfetta emanazione di questa, povera, televisione.



ma sensuale dove? E’ un abito simil-tirolese che forse le contadine portavano al tempo di Heidi, dubito che Erika stia così in stalla,se lo sarà messo solo per l’occasione.
Ho il sospetto che abbiano voluto giocare sul doppio senso perchè non sapevano in quale altro modo rendere interessante un servizio su un concorso di bellezza per mucche. Che cretinata