29 Giugno 2020 - di Alessia Dulbecco
Su l’Indiscreto, il mio articolo riguardante il fenomeno del Revenge Porn:
Inizialmente si trattava di vendetta privata – fino a qualche anno fa, infatti, la diffusione del materiale scorreva per lo più all’interno di chat indirizzate ai contatti della vittima, allo scopo di “svergognarla” davanti ad amici e parenti. Le conseguenze potevano essere molte, anche sul piano materiale, dato che alcune donne sono state persino licenziate.
Da qualche anno, però, il revenge porn ha cambiato forma e si è trasformato in un aggregante. Come il recente articolo di Wired ha messo in evidenza, le chat sono diventate dei network, che in passato proliferavano su Facebook sotto forma di gruppi privati e che oggi, invece, si diffondono su Telegram, un’applicazione che può garantire l’anonimato di chi si iscrive.

Renato Borsato, Volto
Il revenge porn non è più una vendetta né pornografia, ma un network che amplifica la violenza di decine di migliaia di uomini.
Se vuoi leggerlo, vai qui