12 Giugno 2015
Proprio mentre sono a Prato a sentire una bella relazione su bes e dsa, a proposito di didattica ed integrazione (in un contesto come Prato, spesso indagato e guardato da altre cittadine italiane proprio per le politiche attivate in materia di accoglienza) vedo comparire sulla mia timeline di Facebook questa foto.
Che schifo.
Io invece dico ‘che pena’. Lo strazio di un gruppo di persone che hanno lasciato tutto per assicurare un futuro (forse) più dignitoso per sé o per i propri figli. Che poi, diciamocelo, dormire in una stazione – dopo aver passato giornate intere su una bagnarola precaria – sono quasi sicura che per loro sarà una situazione omnicomfort…
Invece no, per la persona che ha pubblicato la foto tutto ciò ‘è uno schifo’. E vi risparmio i commenti a corollario, pubblicati da utenti che sì, quelli si che proprio fanno schifo. Commenti scritti da persone che spesso sono in situazioni socio culturali non troppo diverse da quelle dei soggetti ritratti dalla foto. Commenti di persone che fino a qualche anno fa sarebbero stati l’oggetto dell’odio di un’intera comunità (persone del sud, che arrivano al nord a ‘rubare il lavoro’).
Commenti intrisi di razzismo e ottusità. Scritti da persone piccole piccole. Quelle stesse persone incapaci di provare qualsiasi forma di empatia nei confronti dell’altro, ma sempre pronti a richiedere attenzioni dagli altri se qualcosa accade loro. La stupidità di razzisti ed omofobia sta proprio qui, nella pochezza che dimostrano come esseri umani.