27 Febbraio 2017 - di Alessia Dulbecco
Rabbia, paura, felicità, tristezza: sono emozioni che proviamo tutti/e, nessuno escluso.
Quando però mi confronto coi genitori emerge spesso il fatto che essi cerchino, per il bene dei più piccoli, di ometterne qualcuna. Così cercano di mascherare la tristezza per la malattia di un parente, o la rabbia per quell’ingiustizia subìta sul posto di lavoro.
Il problema è che i bambini sono sensibilissimi alle emozioni, ancora di più rispetto a quelle che vengono taciute o storpiate!
Ometterle non significherà quindi non trasmetterle: probabilmente, i bambini coglieranno qualcosa di distorto e inizieranno – passo dopo passo – a capire che alcune emozioni sono degne di essere espresse, altre meno (o per nulla).
Per questo, secondo me, è fondamentale che i genitori conoscano alcuni principi dell’educazione emotiva: essa insegna a conoscere le emozioni, comprendendo quale impatto esse abbiano nella nostra vita (alfabetizzazione emotiva) e trasmetterle. Non ci sono emozioni di serie A e di serie B: tutte devono trovare margine di espressione se vogliamo vivere bene.
Per poter trasmettere ai figli un modo sano di accostarsi alle emozioni è necessario che i genitori siano anzitutto preparati a conoscerle per trovare poi il modo migliore per coinvolgere i piccoli.
Se il tema delle emozioni ti sta a cuore e vuoi capirne di più, se sei intenzionata/o a riflettere sul modo in cui le manifesti o sul peso che dai loro, il corso in partenza presso Spazio Co-stanza fa per te!
Un percorso dedicato ai genitori, per riflettere sul peso che le emozioni hanno all’interno della relazione educativa. Se sei interessato al percorso scrivimi, oppure contatta Spazio Co-stanza (www.facebook.com/spaziocostanza/?fref=ts).
…Ti aspetto!!
Dr.ssa Alessia Dulbecco
Concordo pienamente, educare alle emozioni è tanto difficile quanto necessario. Servono appunto corsi di alfabetizzazione emotiva.